top of page

Al Circo Massimo una Vedova Allegra da grande schermo

Successo ieri a Roma per il capolavoro di Lehár in forma di concerto nell’ambito della stagione estiva del Teatro dell’Opera. Sul podio Stefano Montanari e sequenze Anni ’30 come scenografia

Vedova Allegra - Il Messaggero Spettacolo

La regista Giulia Randazzo e la scenografa Giulia Bellé hanno trovato nel cinema muto la chiave per rileggere con ironia e umorismo, sotto il velo malinconico del passato, le mancanze del presente, prima fra tutte l’impossibilità d’interazione ravvicinata tra gli interpreti sul palcoscenico. Il grande schermo alle spalle dell’orchestra è diventato così uno strumento di catarsi, evocazione e riflessione sul periodo che stiamo attraversando, ma senza strafare e soprattutto senza quell’horror vacui dei tanti registi che non credono alla potenza della musica. La regista e la scenografa sono partite dai film della belle époque e poi arrivare alle commedie musicali degli anni Trenta per evocare tutto quello che non può essere realizzato in scena, in particolare le danze, che rappresentano un elemento essenziale di quest’operetta. Sullo schermo si dipana una vera e propria drammaturgia: vediamo cartelli statici, che ricordano quelli dei film muti, per le didascalie del libretto che raccontano tutto quello che i personaggi non possono o non vogliono dirsi in scena. A questi si alternano spezzoni di film, ai quali è affidato il compito di raccontare tutte le scene di contatto, impossibili da realizzare in scena, come i baci, le danze, i brindisi. Ecco scorrere scene da The Pawonshop (1916), The Dresdend Doll di Max e Dave Fleischer (1922), Our Dancing Daughters di Joan Crawford (1928), The gay divorcee di Sandrich (1934), Diary of a lost girl (1929), The Tramp di Chaplin e altri. Un’impostazione funzionale, per questo capolavoro del 1905, nel quale attorno al tema principale (l’eredità del defunto marito della protagonista) si dipanano temi senza tempo come l’amore, la gelosia e l’inganno.

Luca Della Libera, Il Messaggero

Respecting the Spirit of The Merry Widow

Giuseppe Pennisi relates how 'Die lustige Witwe' is enthralling Rome

Vedova Allegra - Classical Music Daily

I need to congratulate the stage director Giulia Randazzo and set designer Giulia Bellè. They are two young participants in Teatro dell'Opera di Roma's Fabbrica project (for training and entry into the profession). They found in silent cinema the key to reread with irony and humour, under the melancholic veil of the past, the shortcomings of the present, especially the impossibility of close interaction between the performers due to the corona virus social distancing. They did an accurate archive search and created a real show within the show with their videos…

Giuseppe Pennisi, Classical Music Daily

LA VEDOVA ALLEGRA/ La versione “concerto” incanta Roma (ITA version)

Tra successi e flop, si riparte

Roma: […] Successo per Barbiere e Vedova

Vedova Allegra - L’Opera International Magazine

Un commento per lo schermo, qui utilizzato con proiezioni da Giulia Randazzo e Giulia Bellé, entrambi del progetto Fabbrica del Teatro dell’Opera, per lo più realizzate con assemblaggi da pellicole appartenenti allo sfarzo hollywoodiano il più spettacolare e non mancano Charlie Chaplin e Fred Astaire; montaggi con immagini d’epoca, ricostruzioni d’ambienti parigini, sempre gradevoli e ben costruiti, filmati intervallati di quando in quando da didascalie nello stile del cinema muto, volutamente ingenue, tanto da far sorridere il numeroso pubblico.

Vincenzo Grisostomi Travaglini, L’Opera International Magazine (settembre 2020)

La vedova allegra di Franz Lehár

Una Vedova Allegra frizzantina e dal sapore un po' vintage sta deliziando il pubblico del Teatro dell'Opera di Roma, accolto per questa stagione estiva 2020 nello splendido scenario del Circo Massimo

Originale ed efficace, l'idea sottesa al progetto visivo curato dalla regista Giulia Randazzo e dalla scenografa Giulia Bellè, due vincitrici della terza edizione 2020-2021 di 'Fabbrica', Young Artist Program del Teatro dell'Opera (sezione: 'Team creativo'). L'incantevole musica di Lehár risulta associata all'eleganza senza tempo del cinema muto: un accostamento felice e accattivante, che è riuscito a colmare l'assenza della scenografia e le distanze imposte agli interpreti dalle norme Covid, aiutando il pubblico a seguire l'intreccio narrativo rievocando, allo stesso tempo, l'atmosfera mondana, galante e un po' retrò della storia.

 

Arianna De Simone, laici.it

La Vedova Allegra in forma di concerto

Non si può non fare un accenno al progetto visivo, a cura di “Fabbrica” Young Artist Program dell’Opera di Roma, che fa da scenario allo spettacolo. Le immagini, principalmente sequenze degli anni ‘50 in cui il ballo era parte del cinema, del teatro e delle arti in genere, accompagnano l’immaginazione e nelle parti esclusivamente musicali inducono a fantasticare di splendide feste e balli senza fine. Il grande schermo sul fondo del palco offre un concreto complemento alla musica, sopperisce all’assenza delle scene e in alcuni momenti evoca baci e gesti che avremmo trovato ovvi fino a febbraio scorso, ma che al momento ci sono negati.

 

Loredana Margheriti, progettoitalianews

Una Vedova che balla, canta e incanta

Vedova Allegra - Wanderer

Francesco Rapaccioni, Wanderer  (ITA version)


Une veuve qui danse, chante et enchante (FR version)

bottom of page